mercoledì, gennaio 30, 2008

LENTAMENTE... Pablo Neruda



Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi
percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini
sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli
occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova
grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
e tremi o e' soltanto che non sei tu
quella che adesso cerco
dentro a una notte che fugge via

mentre mi stai accanto
e mi ami sparando le lacrime

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Now playing: Marco Notari - Lacrime

venerdì, gennaio 25, 2008

Camminava al sole, l'aria fredda e il vento che gli sferzava la faccia, ma non sentiva il gelo.
Era stanco, molto. Una strana leggerezza lo sosteneva,

giovedì, gennaio 24, 2008

devo smetterla di aggrapparmi agli altri
e trascinarli in un vortice di sofferenza

mercoledì, gennaio 23, 2008

note dell'autore 2

sono troppo svuotato per scrivere qualcosa!

mi sento spossato.
ho bisogno di affossarmi da qualche parte.
un divano e un abbraccio

note dell'autore

oggi vorrei scrivere 2 storie!
una di sicuro!
ma la giornata mi ha stremato.
Io non ho pazienza! (e fin qui...) l'attesa mi sta uccidendo però

martedì, gennaio 22, 2008

Sitting in an English garden waiting for the sun.
If the sun don't come, you get a tan

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Now playing: The Beatles - I Am The Walrus
Con rovi acuti pungerei
La tua pelle candida e inviolabile
Per assaggiare se il sangue
Di una creatura pura sa di fragole

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Now playing: Marco Notari - Vertigini
erano troppo distanti per sfiorarsi, ma lei sembrava abbracciarlo!
Fu così che la vide, lei non si mosse, ma lui vide la sua mano toccarlo sfiorargli il petto, soffermarsi.
E poi penetrare in lui, fino a toccargli il cuore. Il battito si fermò, il mondo si fermò. solo la sua mano di muoveva accarezzandogli l'anima. Lo stava calmando lo faceva rallentare e poi di nuovo funzionare, come se non fosse successo mai niente.
Il mondo riprese il suo corso, e la sua mano era ancora lì a massaggiargli quel peso nel petto come vento sulla roccia
Quella mattina c'era il sole!
Era riuscito ad addormentarsi solo quando il suo fisico stremato era crollato. E solo per una manciata di ore, poi si era risvegliato.
il cuore era ancora li, e anche i polmoni. ma sembrava avesse un macigno a bloccare il corretto flusso del sangue attraverso i ventricoli, e i polmoni sembravano funzionare al contrario. ogni respiro non era automatico, si sforzava di far entrare l'aria necessaria! e ogni respiro era puro dolore.
Ma quella mattina c'era il sole!
Lui non riusciva a muoversi senza provare dolore, e quella mattina c'era il sole.
Qualcosa di inconscio si stava muovendo in lui. un sentore di gioia stava ritornando.
Riusciva a vedere solo, sia che chiudesse gli occhi, o che li tenesse aperti, quell'unica foto.
quell'unico fermo immagine che gli toglieva la volonta` di fare qualsiasi cosa.
Eppure quella mattina c'era il sole!
Con questa consapevolezza si costrinse a muoversi, e usci a scoprirne la causa.
Quella sensazione di tepore mischiata al peso che affliggeva il suo petto era qualcosa che non sapeva gestire.
Non c'è bisogno di guardarle ancora, sono tatuate nei miei occhi. che siano aperti o chiusi quello che vedono i miei occhi è quell'unica scena.

sai cosa si prova?
a vedere sempre e solo questa scena?
un immenso fermo immagine perenne a memoria...

lunedì, gennaio 21, 2008

mi sembra come un macchinario meraviglioso, così grandioso, come a dire maestoso.
Di quei macchinari con tutti quei meccanismi e ingranaggi.
ogni cosa deve essere oleata a dovere, ogni piccolo ingranaggio al suo posto, ogni piccola molla tesa a dovere, tutto deve essere perfetto.
E come tutti quei macchinari, non tutto può esserlo.
Così questo mio macchinario scatta e stride e ulula, un dolore muto , però, se non a se. con tutti questi inceppi, rallenta e freme e si muove e funziona. Ma tutto a fatica, tutto a rilento.
Finchè qualcuno non lo sistemerà o finchè non si fermerà del tutto.

domenica, gennaio 20, 2008

Quella mattina si alzò felice. Una dolce emozione lo cullava. Non c'erano pensieri che lo turbassero, era semplicemente felice. Non euforico, solo felice. Guardò fuori dalla finestra. Una strana nebbia avvolgeva il mondo rendendolo immobile. Ogni cosa sembrava come immobile in quel grigio avvolgente. Una strana sensazione gli prese lo stomaco, non lo strinse, ma gli si piazzò lì, lasciandolo immobile.
Si riprese e affrontò il giorno, fece ogni cosa normalmente avvolto nella felicità e placato dalla stretta allo stomaco.
E anche lui immobile viaggiò in questo mondo sospeso
"Vedi come ci si mette a volte la vita; come una sentenza storta, un po’ di traverso e non ti fa passare né di qua né di là"

E lui stette in mezzo, nè di qua nè di là.
Era lui ad aver bloccato la sua vita, tenendola sospesa per evitare di fare qualsiasi cosa che potesse in qualche modo interferire in quell'equilibrio precario.
Per la paura di affrontare il mostro che lo divorava dall'interno da ormai troppo tempo, e che a poco a poco, con il suo consenso inconsapevole, lo stava distruggendo.

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Now playing: Carlo Fava - L'ultima volta che ho visto i tuoi occhiali

sabato, gennaio 19, 2008

Quel giorno partì
e il sole era ferro e fuoco
non piangeva mai
da sempre parlava poco
Ma quell'ombra era dentro di lui
lo scavava e senza pietà
lo lasciava indugiare nel dubbio
di chi mai amerà

Distrutto per lei
non aveva più vissuto
perduto in un bar
cercava solo uno sguardo
la scintilla che gli provocò
lo struggente saporde di un no
un rifiuto scottante e improvviso
che tutto cambiò
E sparò
ma non fu la guerra che
accecò la sua solitudine
fu per lei
e per quell'assurdo no
che in un'alba di lampi e di veleno
lui disertò
sotto un aspro diluvio di fango
lui disertò

Senza dignità
fu vile nel dileguarsi
c'è chi raccontò
che non aveva più labbra
divorate dai morsi di chi
non si sopporta più e che morì
con stampato sul volto un sorriso
di chi ha detto sì

E sparò
ma non fu la guerra che
accecò la sua solitudine
fu per lei
e per quell'assurdo no
che in un'alba di lampi e veleno
lui disertò
sotto un aspro diluvio di fango
lui disertò

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Now playing: Nuove Tribù Zulu - La Canzone Del Disertore


È così strano come cerchiamo continuamente l'affetto di qualcuno.

È così strano come ci affanniamo quando non lo troviamo e come ci fissiamo su alcune persone, quando invece siamo circondati da tanto affetto e da tanto amore.

Come topi ciechi non ci accorgiamo di quello che abbiamo accanto e seguiamo il suono di un ricordo o una speranza!

Quante sono invece le cose che sfuggono perché siamo incosciamente concentrati su quelle cose e non prestiamo attenzione alle piccole bellezze che circondano il mondo.
Così si finisce a seguire un'ossessione e non a godersi il mondo

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Now playing: Fabrizio De André - Un blasfemo (dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato)

mercoledì, gennaio 16, 2008

Ci sono quei momenti nella vita in cui si è ossessionati da qualcosa.
Non per forza in modo cattivo, ritorna in mente e basta. Quel qualcosa.
E camminando, facendo le solite piccole cose, o semplicemente facendo, appare come se qualunque cosa intorno a noi non faccia altro che ricordarci quella nostra piccola ossessione.
Un luogo che viene nominato, un ricordo associatole che viene rimembrato da ciò che ci appare, un nome.
Qualunque piccola parola, qualunque gesto, in quei momenti, non fa che farla riaffiorare nella mente.

C'è chi li chiama segni.
Dipende da noi, dalle nostre ossessioni, o da una strana casualità/causalità?

Che i sogni siano sintomi...
Ci sono certe mattine che ti svegli con una musica in testa e un sogno nel cuore.
Tutto sembra così strano, come se fosse successo davvero e non è chiaro che non lo sia. Quelle mattine in cui sembra di aver condiviso qualcosa di grande con qualcuno, che invece non lo saprà mai.
Quelle mattine che canticchi una musica, solo per un ricordo. Ma la musica non se ne va, e rimane lì, come un vecchio compagno di viaggio, a commentare il mondo che ti circonda.

sarà come stare a letto mentre fuori è freddo e piove...

Succederà

Succederà

Sarà come stare a letto mentre fuori è freddo e piove
Come togliersi le scarpe dopo un giorno di gran sole
Come correre nudo fin dove non c'è più città o cantare speranza ad una stella che cadrà
Sarà come dare il voto a un uomo o a un ideale senza più dolore
Come rapinare banche dicendo solo "per favore"
Succederà... solo se facciamo uscire dalla nostra vita fascio e avidità
Sarà come mettere dei fiori nelle teste rasate
Come incontrare un uomo, un elfo, delle fate
Succederà... solo se facciamo entrare le prime voci del mattino che ora può arrivare

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Now playing: Bandabardò - Succederà

martedì, gennaio 15, 2008

passo dopo passo.
avanza a volte incerto, come se non potesse essere lì.
come se dovesse essere altrove.
Un'immensa città proibita in cui lui non dovrebbe esserci.
I suoi vicoli stretti circondati da quei suoi enormi palazzoni.
Ma lui avanza.
passo dopo passo.
sicuro di dover esser li, sicuro di quello che fa.
soffocato dai palazzi e dalla città.
guidato solo da una sensazione.

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Now playing: Mau Mau - Nella città proibita

lunedì, gennaio 14, 2008

E così iniziò il suo viaggio.
Sapeva in che direzione andare, ma non qual'era esattamente la meta. Sapeva come raggiungerla. Era sereno in questo, quello che prima lo spaventava, ora sembrava dargli forza. Aveva affrontato i suoi fantasmi e le sue parole.
Non le aveva sconfitte, non ancora, e non era sicuro che mai lo avrebbe fatto.
Era semplicemente consapevole della loro esistenza e un po' d'inquietudine lo accompagnava ancora, ma dove prima c'era angoscia, ora c'era una specie di pace nella certezza che così dovesse essere finchè non fosse stato pronto.

Con questa sensazione di tranquillità, si sistemò lo zaino sulle spalle.
Fece un profondo respiro. Pensò di non essere pronto. Pensò che avrebbe fallito. Scrollò la testa e fece il primo passo.
La sua grande avventura incominciava ora, era questo a sostenerlo e partì.

sabato, gennaio 12, 2008

-Sono depresso.
-Dicono sia una Malattia.
-Ah!
-...
-e si cura?
-Ridendo!

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Now playing: C.S.I. - Fuochi Nella Notte Di San Giovanni
e fu così.
quella mattina, ancora stordito dal sonno, appena sveglio.
Non ricordava bene dove fosse, confusione nella testa intorno a lui solo nuvole.
Era così strano, sentirsi al di sopra del cielo; sopra a tutto, luce soffusa trapelava silenziosa per non disturbare e lui restava li, incantato ad ammirare.
un ramoscello spuntava dolcemente tra le nuvole.
ed ad un tratto, la luce! Un piccolo flebile raggio di sole si fece strada pian piano tra le nubi, rischiarando il mondo. Pian piano a crescere fino a diventare calore.
Per un attimo il mondo si è fermato. Immerso nella luce e nel suo calore. Sapeva dov'era.
L'alba, lì, Ora.
Era ora di andare, riprendere il cammino.
Smontò la tenda e intraprese il sentiero.

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Now playing: Marlene Kuntz - Una Canzone Arresa

giovedì, gennaio 10, 2008

tutte le lacrime che non ho versato sembrano riaffiorare.
si riversano in un fiume melanconico di tristezza.
un morbo lieve che si aggrappa rude allo stomaco e non lo lascia andare

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Now playing: Marlene Kuntz - Lieve

mercoledì, gennaio 09, 2008

Quando andavo a scuola scrivevo poesie sui bordi dei fogli che tutti scambiavano per messaggi segreti
le stesse parole ritornano a galla quando sono steso e insonne mi fanno ridere di me e dell'ingenuità

ancora ricordi dal passato.
una certa malinconia nei miei scritti.

piccolo appunto...
tra tutti i libri, tra tutte le saghe, tra tutti i romanzi a puntate in 7 volumi...
che ne so potevano essere le "cronache di Narnia" "À la recherche du temps perdu" un romanzo importante sulla crescita insomma!
proprio "Harry Potter" mi chiedo se tutto ciò...


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Now playing: Yo Yo Mundi - Ogni Tanto Ci Rapisce


martedì, gennaio 08, 2008

Appunti di viaggio

avrei dovuto datare ogni mio scritto...
effettivamente ogni singola parola che scrivo sembra possedere una sua tristezza intrinseca anche quando scrivo quelle volte che sono sereno...
non saprei commentare.

forse il libro c'è già ed esiste una storia da molti anni.
manca l'epilogo.


anni fa:
"Una cucina. La solitudine. Per la prima volta da un paio di mesi sento il fresco, quasi freddo.
Un branco di bambini gioca e si diverte.
Strana sensazione, differenza o indifferenza. Sette mesi di nulla si riversano completi in poche ore. La speranza di una vacanza si dimostra fallimentare, i Ricordi affiorano come un fiume d'immagini nella testa e come lame nel petto. In pochi giorni ho recuperato -quanta presunzione- rapporti creduti perduti, in poche settimane ho distrutto me stesso. L'angoscia di chi vive nell'attesa di momenti migliori, nella speranza"

estate 2003 credo
4 anni.
strane sensazioni.
alcolizzato, trasandato, senza casa, con tendenze suicide, e antipatico ai piu'.

lunedì, gennaio 07, 2008

Pelle

è facile sai
averti
se chiudo i miei begli
occhietti spenti

e cerco su di me
la tua pelle che non c'è
poi ti entro, in fondo
dentro, lo sai
soltanto per capire chi sei
forse sei un congegno che
si spegne da se

e puoi maledire
la tua bocca
se sbagliando mi chiama
quando lui ti tocca

cercherò su di me
la tua pelle che non c'è
ti entravo, in fondo
dentro, lo sai
soltanto per capire chi sei
forse sei un congegno che
si spegne da se

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Now playing: Afterhours - Pelle
E sparò
ma non fu la guerra che
accecò la sua solitudine
fu per lei
e per quell'assurdo no
che in un'alba di lampi e di veleno
lui disertò
sotto un aspro diluvio di fango
lui disertò


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Now playing: Nuove Tribù Zulu - La Canzone Del Disertore

giovedì, gennaio 03, 2008

ferite

ferite...


Ti voglio bene come a una risata
Come ai bambini come all’allegria
che è scivolata avanti per tornare indietro
Per poi andare un’altra volta via.
[...]

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Now playing: Carlo Fava - Sotto il quadro di Chaplin
...è stato un tempo il mondo giovane, forte...
(C.S.I. - Del Mondo)